Speziarium
Pepe di Sichuan
Zanthoxylum simulans
Nomi comuni: fiore del pepe, pepe cinese
Parti da utilizzare: grani
Originaria, come suggerisce il nome, della regione del Sichuan, in Cina, questa spezia non ha nulla a che vedere con la pianta del Piper nigrum. Il suo frutto viene ugualmente chiamato pepe (come per altre specie botaniche) per la somiglianza con la drupa del Piper nigrum. In effetti, i cosiddetti grani del pepe di Sichuan sono il guscio esterno dei frutti della pianta di Zanthoxylum, i quali vengono fatti essiccare per poi essere privati dei semi interni, troppo amari.
In cucina
Il pepe di Sichuan è un ingrediente fondamentale della cucina cinese, sposandosi bene con molte pietanze ed ingredienti. Ha un aroma simile a quello del pepe nero, ma risulta meno pungente, più legnoso e con spiccati sentori agrumati, dato l’alto contenuto di linalolo e limonene.
Da abbinare alle carni di maiale, manzo, anatra, cacciagione, alle verdure, ai molluschi, al tofu ed anche ai dolci e ai sorbetti a base di agrumi.
Compratelo sempre intero: il suo olio essenziale volatilizza in breve tempo. Vi consigliamo di macinarlo fresco o di tostare i grani per 3-4 minuti prima di pestarli nel mortaio, per sprigionare tutti gli aromi.
Benessere
Nella medicina tradizionale cinese i grani di pepe di Sichuan erano utilizzati come stimolanti della digestione, ma anche come diuretici ed antireumatici. Una delle sue particolarità è quella di avere un lieve potere anestetizzante, analogamente ai chiodi di garofano. Per questo il suo olio essenziale viene utilizzato anche per alleviare i dolori ai denti.
Curiosità
Questa spezia fa parte della cultura cinese da millenni: si dice, infatti, che 2.000 anni fa venisse mescolato all’intonaco delle “case del pepe”, le quali ospitavano le concubine dell’imperatore, per riscaldare e profumare l’aria.
Il pepe di Sichuan è stato rinvenuto, inoltre, in molte tombe risalenti a quell’epoca, veniva utilizzato per dare piccantezza a cibi e vini preziosi.
Era molto utilizzato anche nelle offerte votive durante i rituali religiosi ed è stato associato alla fertilità, probabilmente per il gran numero di fiori che crescono sulla pianta. Ancora oggi, in alcune aree rurali, viene lanciato sugli sposi novelli, proprio come il riso nella nostra tradizione.